IL VALORE AGGIUNTO

Il valore aggiunto permette di determinare quanta ricchezza è stata prodotta dalla Società, come è stata prodotta e come viene distribuita, ed è uno strumento che consente di rileggere il Bilancio di Esercizio dal punto di vista degli Stakeholder.

I criteri adottati per la quantificazione del valore aggiunto ai fini del presente documento si discostano da una definizione strettamente contabile per tenere conto di una voce particolarmente rilevante per gli Stakeholder e per il territorio di riferimento, quali le spese di rappresentanza e le erogazioni liberali a diverso titolo effettuate nel rispetto dei regolamenti e delle procedure aziendali (a titolo di c.d. “art bonus”, verso enti di ricerca e università per progetti afferenti materie di interesse della Società e verso Onlus a scopo benefico e sociale).

IL VALORE AGGIUNTO GLOBALE LORDO GENERATO NEL 2022 PER GLI STAKEHOLDER È STATO DI 37 MILIONI DI EURO.

Il valore aggiunto generato nel 2022 ha subito un decremento di 2,5 mln di euro rispetto all’anno precedente a causa del forte aumento dei costi per i servizi che l’azienda ha dovuto sostenere nell’anno. Tale incremento è da ricondurre in entità significativa ai forti rincari del costo di approvvigionamento di energia elettrica e dei servizi con una forte componente energetica.

LA QUOTA DI VALORE AGGIUNTO DESTINATA AI LAVORATORI È PARI AL 25,4% PER UN VALORE DI 9,4 MLN/EURO.

Come previsto dalla normativa di riferimento per le società pubbliche che gestiscono servizi locali di rilevanza economica, gli enti soci hanno impartito alla Società specifici indirizzi in materia di contenimento dei costi del personale. Il valore tiene conto anche dei contributi erogati ai lavoratori tramite il CRAL aziendale che promuove iniziative culturali e ricreative di tipo aggregativo.

IL 59,2% DEL VALORE AGGIUNTO, PARI A 21,9 MLN/EURO È STATO REINVESTITO ALL’INTERNO DELLA SOCIETÀ.

La quota comprende l’utile d’esercizio non distribuito agli azionisti per 3 mln di euro e gli ammortamenti per 18,9 mln di euro. L’entità così rilevante del valore aggiunto reinvestito nella Società è un dato strutturale per Romagna Acque: per svolgere la propria attività, la Società necessita infatti di un patrimonio infrastrutturale quantitativamente ingente che genera ammortamenti di entità notevole sia in valore assoluto che in termini di percentuale sul valore della produzione.

L’11,8% DEL VALORE AGGIUNTO, PARI A 4,4 MLN/EURO, È STATO DISTRIBUITO AGLI AZIONISTI.

Questi percepiscono un dividendo di 6 euro ad azione.

LA QUOTA DI VALORE AGGIUNTO DESTINATA ALLA COPERTURA DEGLI ONERI FINANZIARI È PRESSOCHÉ NULLA.

Questo per effetto delle condizioni contrattuali relative al finanziamento bancario ventennale attivato a inizio 2006 e dell’attuale andamento dei tassi di mercato. Al 31/12/2022 il debito residuo per tale finanziamento era di euro 3,5 mln: la riduzione rispetto all’anno precedente è dovuta al rimborso della rata annuale del finanziamento (-1,2 mln di euro).
A fine 2022 l’ammontare delle disponibilità finanziarie complessive (ovvero comprendendo sia ciò che è iscritto a bilancio nell’attivo circolante che nell’attivo immobilizzato) è stato pari a 39,3 mln di euro, con una riduzione rispetto all’anno precedente di 10,8 mln di euro (i principali impieghi del 2022 sono da ricondurre alla realizzazione degli investimenti operativi per circa 21,8 mln di euro, alla distribuzione di riserve ai soci per 2,2 mln/euro e alla distribuzione di dividendi per 5,8 mln di euro; la principale fonte è data dall’autofinanziamento costituito dagli ammortamenti per 18,9 mln di euro).
In base alla politica della Società, gli operatori finanziari sono visti non tanto in qualità di soggetti finanziatori, ma come interlocutori presso i quali ottimizzare l’impiego delle risorse finanziarie, con comportamenti improntati alla massima trasparenza.

IL VALORE AGGIUNTO VERSO LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE È RISULTATO NEGATIVO, PARI A -0,6 MLN DI EURO.

Le imposte e tasse complessive hanno assorbito 2,2 mln di euro; tuttavia la Società ha percepito contributi in conto esercizio per 2,8 mln di euro, di cui 2,1 mln di euro relativi a crediti di imposta per le agevolazioni fiscali previste dal governo a sostegno delle imprese per i forti incrementi registrati nel 2022 nei costi di approvvigionamento di energia elettrica.
Il restante è da ricondurre principalmente ai contributi statali a suo tempo concessi per coprire il previsto disavanzo finanziario e di gestione nella fase di avvio dell’attività di fornitura di acqua all’ingrosso e quindi a contributi incassati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per interventi effettuati al fine di incrementare i margini di sicurezza della diga di Ridracoli.

ALLA COLLETTIVITÀ SONO STATI DISTRIBUITI 1,9 MLN DI EURO DI VALORE AGGIUNTO.

Di questi, 0,8 mln di euro sono stati destinati ai comuni montani sui cui territori insistono le principali opere di captazione della risorsa idrica “Ridracoli” (in applicazione dei regolamenti interni che danno attuazione a impegni di tipo statutario) e 1,1 mln di euro a spese di rappresentanza e liberalità.
Le spese di rappresentanza sono relative a tutte le iniziative realizzate allo scopo di far conoscere l’operato della Società nel territorio e di sensibilizzare la collettività sui temi dell’acqua, della tutela della risorsa idrica e dell’ambiente; nello specifico, riguardano la partecipazione a eventi istituzionali oltre che a progetti di educazione ambientale nelle scuole, manifestazioni culturali e sportive.

Le liberalità, per 0,3 mln di euro, riguardano erogazioni che trovano riferimento per 0,2 mln di euro nel “Regolamento sull’assegnazione di contributi art bonus” adottato dal 2018 e per il restante a erogazioni ad enti diversi e università.
Sarebbe tuttavia limitativo attribuire la distribuzione del valore aggiunto alla collettività solo nei suddetti termini, perché la Società rinuncia a importanti ricavi al fine di contenere gli impatti sulla tariffa applicata all’utente finale da parte del gestore del SII.
Rispetto all’applicazione delle vigenti norme tariffarie del SII, su proposta dell’Ente d’Ambito, la Società ha accettato di rinunciare a quote di ricavi di spettanza sia per quanto concerne la tariffa dell’acqua all’ingrosso sia per quanto riguarda i canoni riconosciuti dal gestore del SII per i beni dallo stesso realizzati e gestiti ma finanziati e di proprietà della Società.
Tale accettazione è coerente con gli indirizzi impartiti dai soci, enti pubblici locali della Romagna, di perseguire il massimo contenimento delle tariffe del SII applicate all’utente finale, compatibilmente con la sostenibilità economica e finanziaria della Società. Si tratta semplicemente di una “diversa modalità” di distribuzione del valore aggiunto.

Come illustrato nel precedente paragrafo 3.1 “La tariffa dell’acqua all’ingrosso”, cui si rimanda per maggiore informativa, nel 2022 l’entità delle rinunce per l’attività di fornitura di acqua all’ingrosso è stata significativamente più alta rispetto ai valori consolidati negli anni precedenti.

LE RINUNCE ACCETTATE E PROPOSTE DALLA SOCIETÀ, CHE HANNO RIDOTTO DI PARI IMPORTO LE TARIFFE APPLICATE ALL’UTENTE FINALE NEL PERIODO 2020- 2022, SONO STATE PARI A 22,9 MLN DI EURO.