IL PIANO DEGLI INVESTIMENTI

Il Piano degli Investimenti della Società è il principale strumento programmatico di attuazione della propria mission.

Gli investimenti previsti dal piano sono funzionali a:

garantire un servizio di approvvigionamento sicuro e basato su standard di elevata qualità per un armonico e qualificato sviluppo dei territori della Romagna;

disporre di un’adeguata capacità impiantistica e disponibilità di risorsa idrica al fine di fronteggiare crisi idriche o sopperire a malfunzionamenti del sistema di adduzione idrica, per assicurare comunque la continuità del servizio;

rendere più omogenee le caratteristiche chimico-fisiche e organolettiche dell’acqua distribuita su tutto il bacino di riferimento;

adeguare le strutture impiantistiche alla previsione dei fabbisogni idrici futuri;

privilegiare l’utilizzo delle risorse di superficie, salvaguardando le risorse di falda per situazioni di emergenza;

coniugare la pianificazione infrastrutturale con politiche di efficientamento della spesa e di contenimento della dinamica tariffaria dell’acqua all’ingrosso, con l’obiettivo di generare ricadute economiche positive sull’utente finale

IL PERIODO DI PIANIFICAZIONE VIGENTE AI FINI REGOLATORI E TARIFFARI È RELATIVO AGLI ANNI 2020-2023, COME DEFINITO DA ARERA. LA PIANIFICAZIONE DELLA SOCIETÀ, IN REALTÀ, È EFFETTUATA SU UN ORIZZONTE TEMPORALE BEN PIÙ AMPIO CHE SI PROIETTA FINO AL 2035.

ATERSIR, con delibera n. 30/2020, ha approvato il nuovo Piano degli Interventi per il fornitore all’ingrosso dove è previsto lo sviluppo e
l’avanzamento di opere fra le quali si citano le più importanti:

• la condotta di interconnessione dell’impianto di potabilizzazione della Standiana con il serbatoio di Monte Casale e la rete dell’Acquedotto della Romagna in località Casone di Cesena e Torre Pedrera;
• la nuova condotta di raddoppio della tubazione esistente da Russi a Lugo-Cotignola;
• la realizzazione della nuova condotta da San Giovanni in Marignano a Morciano;
• la realizzazione del 2° tratto del Canale Carrarino per il collegamento del fiume Lamone con la canaletta ANIC;
• la realizzazione della condotta da Morciano a Casarola;
• la realizzazione della condotta da San Clemente a Santa Maria del Piano;
• il nuovo magazzino e impianto fotovoltaico presso l’impianto di sollevamento di Forlimpopoli;
• la ristrutturazione dell’impianto di potabilizzazione di Bellaria;
• l’automazione e l’efficientamento energetico dell’impianto di potabilizzazione NIP a Ravenna;
• la realizzazione di un impianto fotovoltaico presso il potabilizzatore della Standiana (Ravenna).

TALI OPERE, IN CONTINUITÀ CON GLI INTERVENTI REALIZZATI NEGLI ANNI PRECEDENTI, SONO VOLTE A MIGLIORARE L’EFFICACIA E L’EFFICIENZA DELLA DOTAZIONE INFRASTRUTTURALE E LA QUALITÀ DEL SERVIZIO E A RIDURRE GLI IMPATTI AMBIENTALI, IN PARTICOLARE I CONSUMI ENERGETICI CORRELATI ALLA GESTIONE DEL SISTEMA IDRICO.

ALTRI PROVVEDIMENTI

La Società è costantemente impegnata nella realizzazione di ulteriori provvedimenti, finalizzati a:

• migliorare l’efficienza della rete acquedottistica, attraverso opportune attività di manutenzione programmate, anche predittive, e implementazioni gestionali che concorrono anche alla riduzione dei costi operativi;
• ridurre il contenuto energetico nella produzione e distribuzione di acqua attraverso un progressivo miglioramento tecnologico delle apparecchiature, una maggiore qualità gestionale, un miglioramento dell’acquisto sul mercato e un aumento della quota di autoproduzione energetica al fine di ridurre la propria dipendenza energetica e migliorare la sicurezza dell’approvvigionamento;
• educare e formare i cittadini, per un uso più consapevole e razionale dell’acqua.

LA SOCIETÀ DECLINA LA PROPRIA STRATEGIA AVVALENDOSI ANCHE DELLO STRUMENTO DELLA RICERCA APPLICATA.

Questa attività viene svolta attraverso la collaborazione e il consolidamento di rapporti con le università e con altri enti per contribuire alla ricerca scientifica legata ai temi della gestione della risorsa e del territorio.

GLI INDICI DI PERFORMANCE

Il Piano degli Investimenti evidenzia analiticamente i singoli interventi di manutenzione e miglioria sviluppando il cronoprogramma delle attività necessarie per fronteggiare le criticità dell’assetto infrastrutturale rilevate.

Tali criticità sono state riclassificate in base alla Determina ARERA n. 2/2016 e sono suddivise nelle seguenti aree:

• criticità di approvvigionamento idrico (captazione e adduzione);
• criticità degli impianti di potabilizzazione;
• criticità generali di gestione.

PER OGNI AREA, LA SOCIETÀ HA INDIVIDUATO LE NECESSITÀ E LE MODALITÀ DI INTERVENTO, PROGRAMMANDO E PREVEDENDO UNA SERIE DI INDICATORI, OVVERO GLI INDICI DI PERFORMANCE (PERFORMANCE INDEX), PER LA VALUTAZIONE DELL’EFFICACIA DEL PIANO E DELLE SOLUZIONI ADOTTATE.

Quanto proposto dalla Società è stato approvato da ATERSIR e il tutto è stato validato da ARERA.

LE NOVITÀ NORMATIVE SULLA RENDICONTAZIONE NON FINANZIARIA: IMPEGNI NAZIONALI E COMUNITARI.

Nel corso dell’ultimo decennio stiamo assistendo sempre più ad un incremento dell’attenzione in materia di rendicontazione non finanziaria in quanto sempre maggiori sono le azioni e i provvedimenti nazionali e comunitari per far fronte ai continui cambiamenti climatici e per poter garantire uno sviluppo sostenibile.

Prima tra tutte è stata la pubblicazione degli obiettivi di sviluppo sostenibili dell’Agenda 2030 (c.d. SDGs) elaborati dall’ONU e pubblicati a settembre 2015. A questo primo passo si è poi aggiunto l’accordo di Parigi nell’ottobre 2016 con l’obiettivo di rafforzare la risposta ai cambiamenti climatici rendendo i flussi finanziari coerenti con un percorso che conduca a uno sviluppo a basse emissioni di gas a effetto serra e resiliente ai cambiamenti climatici.

Da qui, sono seguite azioni a livello europeo e in particolare il Consiglio europeo ha adottato diversi regolamenti sui cambiamenti climatici che rappresentano un passo fondamentale verso l’obiettivo dell’European Green Deal: il “Patto Verde europeo” ovvero la strategia di azione europea per promuovere l’uso efficiente delle risorse, ridurre l’inquinamento, raggiungere la neutralità climatica in UE nel 2050. Con questo documento, l’UE si propone di diventare il primo continente a impatto climatico zero entro 2050.

L’OBIETTIVO È QUELLO DI INSTAURARE UN MERCATO INTERNO CHE OPERI PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE DELL’EUROPA, BASATO SU UNA CRESCITA ECONOMICA EQUILIBRATA E UN ALTO LIVELLO DI TUTELA E MIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ DELL’AMBIENTE.

Il tema “ambiente” è sicuramente centrale ma il Patto è anche uno strumento sociale per dare impulso all’innovazione. Secondo il Patto, infatti, la sostenibilità e la transizione verso un’economia sicura, climaticamente neutra, resiliente ai cambiamenti climatici, più efficiente in termini di risorse e circolare sono fondamentali per garantire la competitività dell’economia dell’UE nel lungo termine.

Il Green Deal è frutto di un insieme di atti e regolamenti, tra i quali citiamo:

  • REGOLAMENTO(UE)2019/2088DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 27 novembre 2019 relativo all’informativa sulla sostenibilità nel settore dei servizi finanziari (Sustainable Finance Disclosure Regulation)
  • REGOLAMENTO (UE) 2020/852 DEL PAR- LAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 18 giugno 2020 relativo all’istituzione di un quadro che favorisce gli investimenti sostenibili e recante modifica del regolamento (UE) 2019/2088.Poiché l’UE si trova ad affrontare in misura sempre maggiore le conseguenze catastrofi- che e imprevedibili dei cambiamenti climatici dell’esaurimento delle risorse insieme ad altre questioni legate alla sostenibilità, ha ritenuto necessario intervenire con i suddetti regolamenti per mobilitare i capitali finanziari, non solo mediante politiche pubbliche, ma anche con l’intervento del settore dei servizi finanziari.Pertanto, la Commissione Europea ha dato mandato a un gruppo di esperti di alto livello di sviluppare una strategia UE in materia di finanza sostenibile. Il gruppo di lavoro ha quindi sollecitato la creazione di un sistema di classificazione tecnicamente solido a livello dell’Unione per fare chiarezza su quali attività possano essere considerate “verdi” o “sostenibili”, partendo dalla mitigazione dei cambiamenti climatici (Sustainable Financial Action Plan).

UNO DEGLI OBIETTIVI FISSATI NEL PIANO D’AZIONE È IL RIORIENTAMENTO DEI FLUSSI DI CAPITALI VERSO INVESTIMENTI SOSTENIBILI FINALIZZATO AL RAGGIUNGIMENTO DI UNA CRESCITA SOSTENIBILE E INCLUSIVA.

L’istituzione di un sistema di classificazione unificato per le attività sostenibili comporta la formulazione di linee guida chiare sulle attività che possono essere considerate sostenibili e questo sistema consentirebbe di informare maggiormente gli investitori circa le attività economiche ecosostenibili.

In mancanza di norme armonizzate in materia di trasparenza e di informativa di sostenibilità destinata agli investitori finali rende difficoltoso per gli investitori finali comparare con efficacia prodotti finanziari differenti dal punto di vista dei rischi ambientali, sociali e di governance, col rischio che prevalgano prassi basate sul mercato (quindi di natura commerciale) che vadano in conflitto con l’accordo di Parigi e che portino all’insorgenza di rischi legati alla sostenibilità.

Con il suddetto regolamento, l’UE intende perciò:

  • rimuovere gli ostacoli esistenti al funziona- mento del mercato;
  • conseguire una maggiore trasparenza su come i partecipanti ai mercati finanziari e i consulenti finanziari integrano i rischi di sostenibilità nelle loro decisioni in materia di investimenti e nelle loro consulenze in materia di investimenti o assicurazioni.Per farlo, ha previsto che i partecipanti ai mercati finanziari e i consulenti finanziari siano tenuti a:
  • comunicare informazioni specifiche circa i loro approcci all’integrazione dei rischi di sostenibilità e alla considerazione degli effetti negativi per la sostenibilità;
  • effettuare informative precontrattuali e continuative destinate agli investitori finali;
  • integrare nelle loro procedure non solo tutti i pertinenti rischi finanziari, ma anche tutti i rischi di sostenibilità che potrebbero comportare un significativo impatto negativo sul rendimento finanziario di un investimento;Pertanto, il 9 marzo 2020 è stato pubblicato il report finale sulla “Tassonomia UE” delle attività economiche sostenibili, redatto dopo oltre un anno di lavoro dal Technical Expert Group on Sustainable Finance (TEG), gruppo di esperti incaricati dalla Commissione europea di individuare le attività economiche in grado di contribuire al raggiungimento dell’obiettivo emissioni zero entro il 2050 e i relativi criteri di selezione.Il documento si intitola “Taxonomy: Final report of the Technical Expert Group on Sustainable Finance”. Il documento classifica i principali settori economici (70), in base alla loro capa- cità di mitigare o di adattarsi ai cambiamenti climatici:• quelli già ambientalmente sostenibili (low carbon),• quelli che inquinano, ma di cui non si può fare a meno, e a cui si chiede di fare il possibile per transitare verso un’economia ad emissioni zero (transition);• quelli che sono utili alle altre due categorie (enabling), che consentono quindi ad altre at- tività di avere performance low carbon o una significativa riduzione delle emissioni.

PER OGNI SETTORE VERRANNO POI STABILITI RIGIDI CRITERI PER VERIFICARNE LA SOSTENIBILITÀ E, DAL MOMENTO DELLA LORO ENTRATA IN VIGORE, TUTTI GLI OPERATORI FINANZIARI SARANNO TENUTI A MISURARE LA PERCENTUALE DI ALLINEAMENTO ALLA TASSONOMIA DEL PROPRIO PORTAFOGLIO INVESTITO.

Il primo Atto Delegato della Tassonomia europea pubblicato il 21 aprile 2021 definisce i criteri di performance per determinare – all’interno di ciascun settore – quali attività economiche danno un contributo sostanziale agli obiettivi di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo. Copre le attività economiche di circa il 40% delle società quotate, in settori responsa- bili di quasi l’80% delle emissioni dirette di gas a effetto serra in Europa, tra cui il settore ener- getico, la silvicoltura, il settore manifatturiero, i trasporti e l’edilizia.

SI TRATTA DI UN DOCUMENTO CHE CONTINUERÀ AD EVOLVERSI NEL TEMPO, ALLA LUCE DEGLI SVILUPPI E DEL PROGRESSO TECNOLOGICO E INOLTRE, NEL CORSO DEL 2022, È PREVISTA LA PUBBLICAZIONE DI ULTERIORI ATTI DELEGATI TECNICI SUI RE- STANTI OBIETTIVI AMBIENTALI.

A partire dal primo gennaio 2022, in linea con tali previsioni normative, le imprese soggette all’obbligo (tra cui quelle obbligate alla pubblicazione di una rendicontazione non finanziaria ai sensi del D. Lgs. 254/2016) devono includere nella propria dichiarazione di carattere non finanziario, informazioni su come e in che misura le proprie attività sono associate ad attività economiche considerate ecosostenibili ai sensi del regolamento.

In particolare, nel corso del primo anno di applicazione del regolamento, per favorire un’applicazione graduale dello stesso, viene richiesto di calcolare il fatturato, le spese in conto capi- tale (CapeEx) e le spese operative (OpEx) associate ad attività economiche «ammissibili» ai sensi della Tassonomia, ossia attività descritte negli Atti Delegati Tecnici, ma per le quali non è richiesta la verifica del rispetto dei criteri con- tenuti negli atti stessi.

L’obbligo informativo si concretizza nella rendicontazione di:

• percentuale di fatturato rispetto ad attività, prodotti e servizi allineato alla Tassonomia UE;

• capex e, se rilevante, opex in linea con Tassonomia UE.

AD OGGI, ROMAGNA ACQUE STA ANALIZZANDO SE VI SIANO ALL’INTERNO DELL’ATTO DELEGATO ATTIVITÀ CHE SIANO ATTINENTI CON IL PROPRIO OPERATO E, PER CIASCUNA ATTIVITÀ EMERSA, STA IMPLEMENTANDO SISTEMI PER L’ASSOLVIMENTO DEGLI OBBLIGHI DI RENDICONTAZIONE.

Pertanto, presumibilmente dalla prossima edizione del Bilancio Integrato, saranno disponibili informazioni circa il proprio grado di adeguamento alla Tassonomia.