PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E DELLA TRASPARENZA

Alla luce del nuovo quadro normativo, Romagna Acque ha aggiornato il Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza (PTPCT) per il triennio 2022-2024.

La “Legge Anticorruzione” (190/2012) ha portato a una più marcata e specifica attenzione nei confronti di alcuni fenomeni che il legislatore definisce a rischio corruzione. A seguito dell’introduzione di tale legge nel quadro dei provvedimenti normativi italiani, al tradizionale approccio repressivo si è affiancato di fatto un metodo marcatamente preventivo e a contrasto amministrativo.

Si assiste così all’introduzione di un nuovo “sistema” di contrasto alla corruzione, che sembra appunto partire da una nozione di corruzione amministrativa più ampia di quella penale, la cosiddetta maladministration: a fronte di un mantenimento della definizione penalistica del concetto di corruzione, si amplia il campo di applicazione, ovvero si passa dalle specifiche condotte individuali a scenari organizzativi più ampi, dove viene preventivamente gestito il “rischio potenziale” o il conflitto d’interessi “apparente”.

IL NUOVO APPROCCIO È RIVOLTO A PREVENIRE QUELLO CHE POTREBBE ACCADERE PIUTTOSTO CHE SANZIONARE L’ACCADUTO

In quest’ottica, fortemente influenzata dal diritto internazionale, risulta quindi fondamentale dotarsi di regole e misure organizzative sia di tipo procedurale che programmatiche. Nel merito, la Società ha adottato a partire dal 2015 il proprio Piano di Prevenzione della Corruzione e Trasparenza (PTPCT), che aggiorna e monitora costantemente, a cadenza almeno annuale.

IL PTPCT RAPPRESENTA UN DOCUMENTO PROGRAMMATICO IN CUI CONFLUISCONO LE STRATEGIE E LE METODOLOGIE PER LA PREVENZIONE E IL CONTRASTO DELLA CORRUZIONE.

Queste vengono elaborate dal Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza insieme agli altri soggetti coinvolti nella predisposizione dello stesso.

Il PTPCT è stato redatto secondo i principi contenuti nelle linee guida UNI ISO 31000:2010, secondo le metodologie aziendali di Risk Management che sono state utilizzate nella redazione del MOG 231 di Romagna Acque e analizzando i seguenti elementi.

Legge: normative generali e specifiche che regolamentano la struttura societaria e l’attività costituente l’oggetto sociale della stessa

Sistema organizzativo della Società: chiara definizione delle responsabilità attribuite e delle linee di dipendenza gerarchica, dell’esistenza della contrapposizione di funzioni, della corrispondenza tra le attività effettivamente svolte e quanto previsto dalle missioni e responsabilità previste nell’organigramma della Società

Contesto interno ed esterno: individuazione delle attività esposte al rischio di corruzione, con conseguente mappatura delle aree di rischio sulla base delle caratteristiche della Società (Risk Assessment), e di informazioni utili riguardanti il territorio d’interesse, di ordine culturale, sociale, economico, di potenziale impatto anche sulla Società.

Protocolli di controllo: procedure formalizzate (anche ai sensi del MOG 231) che regolamentano le attività svolte dalle strutture nelle aree a rischio, tenendo conto non solo delle fasi negoziali, ma anche di quelle di istruzione e formazione delle decisioni aziendali.

Sistema autorizzativo: i poteri autorizzativi e di firma coerenti con le responsabilità organizzative e gestionali assegnate e/o concretamente svolte, le procure rilasciate e le deleghe gestionali interne, alla luce dell’organigramma aziendale.

Sistema di controllo di gestione di Romagna Acque: i soggetti coinvolti nel processo e la capacità del sistema di fornire tempestiva segnalazione dell’esistenza e dell’insorgere di situazioni di criticità generale e/o particolare.

Principi etici formalizzati: i principi contenuti nel Codice Etico di Romagna Acque.

Sistema disciplinare: il sistema diretto a sanzionare l’eventuale violazione dei principi e delle disposizioni volte a prevenire la commissione dei reati, sia da parte dei dipendenti della Società, dirigenti e non, sia da parte del Consiglio di Amministrazione, del Collegio Sindacale e dei collaboratori esterni.

Comunicazione al personale e sua formazione: le forme di comunicazione all’interno e all’esterno della Società e la formazione del personale

Alla fase di analisi del contesto e mappatura dei rischi è seguita la fase di programmazione delle misure preventive e di trattamento dei fenomeni corruttivi (presidi e protocolli di prevenzione). Tali misure costituiscono parte integrante di altri strumenti di programmazione e gestione aziendali, come il Piano Annuale Qualità, e sono adeguatamente rese note sia internamente che esternamente alla Società.

Nel corso dell’anno il Consiglio di Amministrazione, in particolare attraverso il Responsabile della Prevenzione della Corruzione e Trasparenza (RPCT), ha monitorato lo stato di attuazione, ovvero il rispetto e l’applicazione delle misure contenute nel PTPCT, avvalendosi anche del contributo che scaturisce dal monitoraggio del Piano Annuale Qualità

LE MISURE E GLI OBIETTIVI RELATIVI ALLA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE, COMPRESA LA TRASPARENZA, SONO ENTRATI INFATTI A FAR PARTE DEL PIANO ANNUALE QUALITÀ, CON RICADUTE SULLE PERFORMANCE INDIVIDUALI, IN PARTICOLARE DEI REFERENTI INTERNI

A seguito del monitoraggio del PTPCT 2019-2021, relativamente allo stato di attuazione delle misure, è stata elaborata la proposta di aggiornamento del PTPCT 2020-2021, introducendo alcune azioni di miglioramento conseguenti sia agli esiti del riesame del PTPCT 2019-2021 sia agli aggiornamenti normativi intervenuti. Tale proposta di revisione è stata deliberata dal CdA a gennaio 2020.

Nel corso del 2020, in ottemperanza a quanto previsto dal PTPCT, sono state svolte, in particolare da parte del RPCT e dell’OdV, le seguenti attività:

in materia di conflitto di interessi, obblighi di comunicazione e di astensione, svolgimento di incarichi extra-istituzionali, incompatibilità e inconferibilità degli incarichi, sono state verificate le posizioni relative alle nomine dei componenti dell’Organo d’Indirizzo, richiedendo a tutto il personale dirigenziale le dichiarazioni di assenza di cause d’incompatibilità aggiornate, ma anche operando le successive verifiche necessarie e pubblicando le relative dichiarazioni sul sito istituzionale ai fini della trasparenza;

in continuità all’attività di controllo del fenomeno di pantouflage – ovvero il divieto per il dipendente che ha cessato il servizio di svolgere attività lavorativa o professionale presso i soggetti privati destinatari dei poteri negoziali e autoritativi esercitati – è proseguita l’attività di definizione di una disciplina operativa interna. In particolare, nel caso di Romagna Acque, così come chiarito dall’ANAC, sono sottoposti al divieto di pantouflage gli Amministratori e il Direttore Generale in quanto investiti di poteri gestionali, mentre non sembra consentita l’estensione di tale divieto ai dipendenti e dirigenti ordinari;

si è provveduto ad effettuare un costante monitoraggio della sezione “Società trasparente” volto a verificare la completezza, la chiarezza e l’aggiornamento delle informazioni pubblicate. In occasione dell’attestazione sugli obblighi di pubblicazione, l’OdV ha attestato l’individuazione, da parte di Romagna Acque, delle misure organizzative necessarie per assicurare il regolare funzionamento dei flussi informativi per la pubblicazione dei dati nella sezione “Società trasparente”;

in continuità all’attività di monitoraggio sugli approvvigionamenti si è provveduto alla verifica della proposta presentata dal Settore Affidamenti relativa al “Progetto di introduzione di un Albo Fornitori” che prevede la costituzione, all’interno della Società, di un Albo fornitori unico per gli affidamenti, quale completamento del già operante Sistema di qualificazione ex art. 134 D. Lgs. n. 50/2016;

sono state formulate e riproposte specifiche e puntuali misure preventive, fra le quali si rammenta l’informatizzazione dei processi da cui potrebbero necessariamente derivare benefici trasversali su più fronti, fra i quali:

a. l’ottimizzazione del sistema di condivisione e gestione delle informazioni;
b. l’acquisizione e pubblicazione dei dati in ottemperanza al D. Lgs. 33/2013;
c. la standardizzazione di format di rendicontazione delle specifiche attività in capo ad amministratori e procuratori;
d. l’integrazione dei requisiti del sistema di gestione per la prevenzione dei fenomeni di corruzione nei processi di organizzazione;
e. un deciso impegno nell’utilizzo delle tecnologie informatiche e della digitalizzazione potrebbe inoltre contribuire ad affrontare meglio il perdurare della crisi pandemica da Covid-19.

GARANTIRE IL RACCORDO TRA PIANI SU LEGALITÀ E INTEGRITÀ E PIANI DELLA PERFORMANCE HA LO SCOPO DI ASSICURARE CHE LA PROGRAMMAZIONE E L’ATTUAZIONE DELLE MISURE CONTENUTE NEL PTPCT SIANO INTEGRATE NELLA DECLINAZIONE COMPLESSIVA DELLA STRATEGIA OPERATIVA E GESTIONALE DI ROMAGNA ACQUE.

TRASPARENZA E ACCESSIBILITÀ ALLE INFORMAZIONI

Il D. Lgs. 97/2016 ha apportato significative novità in materia di prevenzione della corruzione e della trasparenza soprattutto negli enti di diritto privato controllati e partecipati. In particolare, la principale novità sta nell’aver affiancato, quale strumento di trasparenza, il nuovo accesso generalizzato agli obblighi di pubblicazione già disciplinati dal D. Lgs. 33/2013, oltre ad aver esteso l’ambito soggettivo di applicazione non solo alle Pubbliche Amministrazioni ma anche ad altri soggetti sia di natura pubblica che privata.

La trasparenza è intesa come accessibilità totale delle informazioni concernenti l’organizzazione e l’attività dell’intera Società, allo scopo di favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche.

Nel rispetto delle disposizioni sul segreto d’ufficio, industriale e di protezione dei dati personali, concorre ad attuare il principio democratico e i principi costituzionali di eguaglianza, imparzialità, buon andamento, responsabilità, efficacia ed efficienza nell’utilizzo di risorse pubbliche e nella realizzazione di servizi pubblici

LA TRASPARENZA INTEGRA IL DIRITTO A UNA BUONA AMMINISTRAZIONE E CONCORRE ALLA REALIZZAZIONE DI UNA AMMINISTRAZIONE APERTA, AL SERVIZIO DEL CITTADINO.

Le disposizioni sulla trasparenza contribuiscono a definire il livello essenziale delle prestazioni erogate dalla Società, anche ai fini di prevenzione e contrasto della corruzione e della cattiva amministrazione, a norma dell’articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione.

Il sito internet istituzionale: la sezione “Società Trasparente”

PER LA PIENA ACCESSIBILITÀ DELLE INFORMAZIONI PUBBLICATE, LA SOCIETÀ HA INDIVIDUATO NEL PROPRIO SITO ISTITUZIONALE LA SEZIONE “SOCIETÀ TRASPARENTE”

La sezione è strutturata secondo le disposizioni in materia contenute dalla delibera ANAC n. 1134/2017.

Per ogni informazione da rendere disponibile sul sito, è stato individuato un referente per la messa a disposizione del dato ed è stato inoltre individuato il referente per la pubblicazione dei dati.

La procedura può essere così sintetizzata:

• le informazioni relative agli adempimenti di trasparenza sono trasmesse dai vari responsabili aziendali al responsabile dell’Area Servizi con le modalità, i tempi e i termini previsti, per ogni adempimento, in specifiche schede di lavoro;
• il responsabile dell’Area Servizi provvede tempestivamente alla pubblicazione sul sito istituzionale, anche tramite il supporto di personale interno alla propria area.

I dati, le informazioni e i documenti oggetto di pubblicazione rimangono pubblicati per un periodo di cinque anni, decorrente dall’1 gennaio dell’anno successivo a quello da cui decorre l’obbligo di pubblicazione e comunque fino a che gli atti pubblicati producono i loro effetti (ad eccezione degli obblighi di pubblicazione concernenti i titolari di incarichi politici, di amministrazione, di direzione o di governo e i titolari di incarichi dirigenziali nonché gli obblighi di pubblicazione concernenti i titolari di incarichi di collaborazione o consulenza, i cui dati devono essere pubblicati entro tre mesi dall’elezione, dalla nomina o dal conferimento dell’incarico e per i tre anni successivi alla cessazione del mandato o dell’incarico dei soggetti). Decorsi tali termini, i relativi dati e documenti sono accessibili ai sensi dell’articolo 5 del D. Lgs. 33/2013.

L’accesso civico

Ai sensi dell’art. 5 del D. Lgs. 33/2013, la Società ha assicurato e assicura l’esercizio del diritto all’accesso civico.

Tale articolo è stato novellato dal D. Lgs. 97/2016 e, con l’entrata in vigore del nuovo istituto, l’accesso civico è stato esteso a tutti i dati e documenti detenuti dalla Società, non solo a quelli oggetto di pubblicazione, come in precedenza.

Le eccezioni a detta regola si sostanziano in ipotesi tassative (art. 5 bis del D. Lgs. 33/2013), collegate al rispetto di interessi “giuridicamente rilevanti” sia pubblici (sicurezza pubblica e nazionale, difesa e questioni militari, relazioni internazionali, politica e stabilità finanziaria ed economica dello Stato, conduzione di indagini sui reati e il loro perseguimento, regolare svolgimento di attività ispettive) che privati (protezione dei dati personali, libertà e segretezza della corrispondenza, interessi economici e commerciali di una persona fisica o giuridica).

L’ESERCIZIO DEL DIRITTO DI ACCESSO CIVICO NON È SOTTOPOSTO AD ALCUNA LIMITAZIONE QUANTO ALLA LEGITTIMAZIONE SOGGETTIVA DEL RICHIEDENTE E NON RICHIEDE MOTIVAZIONE.

La richiesta può essere avanzata all’ufficio espressamente indicato dalla Società nella sezione “Società Trasparente-Accesso civico” del sito istituzionale o al Responsabile della Prevenzione della Corruzione e Trasparenza nel caso in cui l’istanza riguardi dati, informazioni o documenti oggetto di pubblicazione obbligatoria.

La procedura si conclude entro trenta giorni dalla presentazione della stessa, con un provvedimento espresso e motivato di accoglimento o diniego in accordo al D. Lgs. 97/2016; è previsto il coinvolgimento degli eventuali soggetti contro interessati, ai quali deve essere comunicata la richiesta e che possono opporsi nel termine di dieci giorni. In caso di accoglimento della richiesta, la Società si impegna a pubblicare sul sito il documento, l’informazione o il dato richiesto, a trasmetterlo contestualmente al richiedente e a comunicargli l’avvenuta pubblicazione.

L’esercizio dell’accesso civico è normato internamente da apposito regolamento anch’esso pubblicato.

Nel corso del 2020 sono state presentate 4 richieste di accesso civico così suddivise:

• 1 accesso ai sensi dell’art. 43 del D. Lgs 267/2000;
• 2 accessi ai sensi della Legge 241/1990;
• 1 accesso ai sensi dell’art. 53 del D. Lgs. 50/2016.

A seguito di una segnalazione anonima pervenuta all’Organismo di Vigilanza, lo stesso, dopo aver compiuto apposita istruttoria ed aver redatto apposito verbale, in cui si è data evidenza degli esiti della medesima, ha trasmesso il verbale all’Organo di Amministrazione e, attraverso il suo Presidente, ha presentato un esposto all’Autorità competente.

La privacy

Un aspetto di rilievo che, se pur indirettamente, incide sulle regole di accesso civico e in particolare quello generalizzato, è dettato dall’emissione del “Regolamento europeo in materia di protezione dei dati personali” (GDPR – 2016/679), entrato pienamente in vigore il 25 maggio 2018, e della Direttiva che regola i trattamenti di dati personali nei settori di prevenzione, contrasto e repressione dei crimini. La considerazione che gli atti potenzialmente oggetto di richiesta di pubblicazione o trasmissione possano contenere anche dati personali (sia di cittadini che di funzionari) induce infatti a effettuare valutazioni riguardanti proprio il confronto tra il diritto alla conoscenza del richiedente e il diritto alla protezione dei dati del/dei controinteressato/i, specialmente in occasione di un accesso civico generalizzato.

Il Regolamento europeo GDPR – 2016/679 si propone di proteggere i diritti e le libertà fondamentali delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali e stabilisce quindi norme relative alla libera circolazione di tali dati.

Al proprio interno il documento conferma che ogni trattamento deve trovare fondamento in un’idonea base giuridica e ne stabilisce i fondamenti di liceità che, in linea di massima, coincidono con quelli già previsti dal precedente Codice (consenso, adempimento obblighi contrattuali, interessi vitali della persona interessata o di terzi, obblighi di legge a cui è soggetto il titolare, interesse pubblico o esercizio di pubblici poteri, interesse legittimo prevalente del titolare o di terzi a cui i dati vengono comunicati). Inoltre, il Regolamento introduce diversi elementi di novità tra cui:

• la definizione delle modalità e delle caratteristiche per il rilascio del consenso da parte del soggetto interessato (ad esempio, per i dati sensibili ex art. 9, il consenso deve essere esplicito);
l’introduzione di nuovi meccanismi di tutela dei dati personali da attuarsi in caso di raccolta dati per via informatica;
l’introduzione di nuovi adempimenti a tutela della privacy.

Pertanto, con delibera del Consiglio di Amministrazione n. 74/2018, la Società ha recepito le nuove disposizioni e ha aggiornato il regolamento interno in materia di privacy identificando come titolare del trattamento la figura del Presidente e nominando il Responsabile Servizi Affari Societari e Legali quale referente interno a supporto del titolare del trattamento.

Nel primo semestre 2020, la Società ha avviato un percorso di riordino del proprio modello di gestione della privacy, a partire dalla nomina del Data Protection Officer (DPO).