LA SICUREZZA E LA SALUTE SUL LAVORO

Per Romagna Acque la salute, l’integrità psico-fisica e la sicurezza dei propri lavoratori sono di primaria importanza e da tutelare in ogni momento.

Gestire la sicurezza in Romagna Acque da sempre significa assicurare a tutto il personale (dipendente della Società, di imprese terze e visitatori) condizioni e ambienti di lavoro non solo rispondenti alle disposizioni normative vigenti, ma il più possibile confortevoli e tali quindi da contribuire a tenere sotto controllo il fenomeno infortunistico, sia in termini numerici che di gravità.

La Società si impegna da tempo, inoltre, a sviluppare e mantenere attiva una forte cultura della sicurezza e della salute, improntata su:

• ruoli e responsabilità chiari;
• formazione costante di tutto il personale;
• gestione preventiva del rischio;
• analisi di aspetti/comportamenti non conformi;
• buone pratiche

IL TREND DEGLI INFORTUNI

Nel 2020 in Romagna Acque si è verificato 1 infortunio, con un trend infortunistico in calo rispetto al 2019 e in linea con quello degli anni precedenti.

Con riferimento all’analisi per il tasso degli infortuni registrabili sul lavoro e gli indici di gravità e incidenza – dove per indice di incidenza si intende il numero di infortuni che si sono verificati durante l’anno in rapporto al numero dei dipendenti dell’azienda – tutti e tre i suddetti indicatori risultano in calo.

L’EMERGENZA SARS COV 2 – COVID-19

Fin dall’inizio del mese di gennaio 2020, il Servizio Prevenzione e Protezione, a fronte dei segnali di un’epidemia che stava via via interessando sempre più Paesi a livello mondiale, ha segnalato alla direzione aziendale, anche nell’ambito di riunioni con i rappresentanti sindacali, l’opportunità di iniziare preventivamente a prepararsi ad una eventuale diffusione del virus a livello nazionale e locale; sempre a tal fine sono stati attivati, già da allora, dei confronti con il medico competente.

A partire dal mese di febbraio, con l’evoluzione della situazione epidemiologica, il Servizio di Prevenzione e Protezione si è attivato per definire e condividere con il datore di lavoro e i dirigenti prevenzionistici un primo programma delle misure preventive e protettive per i lavoratori, tenuto conto anche del ruolo aziendale di gestore di un servizio pubblico essenziale e quindi dell’impossibilità di interrompere tale servizio.

È stato così predisposto un apposito documento di valutazione del rischio biologico correlato alla diffusione del SARS CoV-2, mantenuto in costante aggiornamento, nel rispetto sia dell’evoluzione normativa, in particolare dei DPCM che sono stati via via emanati, degli interventi legislativi regionali, nonché delle linee guida INAIL e del protocollo che è stato siglato fra il Governo e le Parti Sociali.

A partire dai primi giorni di marzo, è stato costituito un Comitato Covid-19 composto da datore di lavoro, Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP), dirigenti prevenzionistici delegati, ufficio personale; tale comitato è stato poi allargato, a seguito del suddetto protocollo fra il Governo e le Parti Sociali del 14 marzo 2020, alle rappresentanze sindacali territoriali e ai Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS).

Il Comitato si è puntualmente riunito, almeno a cadenza mensile, sia nella forma ristretta, che in quella allargata a rappresentanze sindacali e RLS. In alcune occasioni è stata richiesta e confermata la presenza del medico competente.

I lavoratori sono stati costantemente aggiornati, sia attraverso puntuali comunicazioni scritte sia attraverso idonea cartellonistica esplicativa esposta negli ambienti di lavoro, oltre al contatto costante e diretto fra i RLS e le varie figure del Comitato Covid-19.

La gestione dello stato emergenziale è stata costantemente portata a conoscenza sia del Consiglio di Amministrazione, durante le sedute, sia del Coordinamento Soci, da parte del datore di lavoro, durante le riunioni che si sono svolte in questo periodo; ugualmente sono stati informati sia il Collegio Sindacale che l’Organismo di Vigilanza.

ISTITUITO IL 17/03/2020, IL COMITATO COVID-19 SI È RIUNITO 8 VOLTE NEL CORSO DELL’ANNO.

L’assenza o quasi di informazioni sulle caratteristiche del virus, della sua diffusione e della malattia conseguente, in particolare durante la fase iniziale dell’emergenza epidemiologica, ha comportato non poche difficoltà anche per quanto riguarda la valutazione del rischio di esposizione dei lavoratori, a partire dall’approccio metodologico da adottare.

Si pensi a riguardo che anche da parte del Governo centrale, nei primi tempi della pandemia, le uniche informazioni rese disponibili si limitavano a declinare alcune indicazioni di comportamenti preventivi da tenere, senza comunque prevedere una valutazione dell’esposizione al rischio delle persone.

Tuttavia il Servizio Prevenzione e Protezione, sin dall’inizio, ha ritenuto opportuno approcciarsi in maniera diversa e considerare la diffusione del virus Sars CoV 2 come un’esposizione potenziale a rischio biologico per i propri lavoratori, seppur derivante da fattori esterni all’azienda. Le linee guida dell’INAIL di aprile 2020 hanno poi confermato questo approccio metodologico, suggerendo anche ulteriori indicazioni alle quali ci si è poi prontamente adeguati.

Come sopra anticipato è stato attivato un canale di comunicazione con i lavoratori, in particolare attraverso comunicazioni scritte, ogniqualvolta si è reso necessario intervenire con nuove misure; il contatto con i lavoratori inoltre è stato mantenuto attivo anche attraverso i RLS.

A partire dal mese di aprile, nell’impossibilità di svolgere audit di controllo a campo o comunque in presenza, è stata attivata la modalità di audit a distanza.

Questo sistema, oltre a consentire di mantenere un presidio sugli ambienti di lavoro, ha permesso di assicurare una maggiore vicinanza ai lavoratori in una fase molto particolare e difficile della situazione emergenziale, dove sono state adottate anche nuove modalità di lavoro: ci si riferisce in particolare alla gestione diretta a campo di tutti gli impianti non presidiati e allo smart working.

NEL 2020 SONO STATE 250.180 LE ORE ORDINARIE LAVORATE, DI 47.326 IN SMART WORKING.

Ad ulteriore supporto delle misure implementate, è importante evidenziare come la Società abbia ritenuto opportuno coinvolgere, sin dall’inizio e in maniera significativa, il medico competente, con il quale sono stati definiti protocolli di sorveglianza sanitaria sui lavoratori, mirati quanto più possibile a contenere la diffusione del coronavirus in ambito lavorativo. In questo contesto, fin dal mese di luglio 2020, è stata attivata anche una campagna di screening per tutti i lavoratori, con adesione su base volontaria e con periodicità bimestrale.

Da luglio 2020 sono stati effettuati tre screening: due con metodica sierologica quali-quantitativa e uno mediante tampone antigenico Sars-Cov2.

Romagna Acque ha dato inoltre ai lavoratori la possibilità di usufruire dei permessi di lavoro Covid: se un lavoratore ha dei sintomi sospetti o è a conoscenza di contatti con persone infette, anche se non è stato inserito nel percorso di monitoraggio dell’AUSL, può sottoporsi a test di verifica a carico dell’azienda e rimanere al proprio domicilio fino all’esito del test con il riconoscimento dei permessi Covid, se non può svolgere la propria mansione in modalità agile. Inoltre, nell’ambito della sorveglianza sanitaria, ogni lavoratore che si assenta dall’attività lavorativa a fronte di un certificato medico, viene sottoposto a verifica ulteriore da parte del medico competente che, attraverso un’intervista telefonica, si accerta che il lavoratore medesimo non presenti una sintomatologia riconducibile al Covid.

IN TOTALE SONO STATE 1.789 LE ORE DI PERMESSI LEGATI AL COVID (PERMESSI L . 104/92 STRAORDINARI PER COVID, CONGEDI PARENTALI COVID, PERMESSI RETRIBUITI COVID) CON UNA MEDIA PRO-CAPITE PARI A 11,4 ORE.

FORMAZIONE E SVILUPPO DEL PERSONALE

La Società considera la formazione come un elemento cardine della propria attività e si impegna a garantirla a tutti i dipendenti. La formazione riguarda sia aspetti legati alla sicurezza, sia aspetti di tipo amministrativo-gestionale e tecnico-specialistico. La sua pianificazione parte dai fabbisogni evidenziati annualmente da ogni area e ufficio ed è poi esplicitata in un piano della formazione che viene monitorato per verificare l’effettivo svolgimento delle varie attività previste e i costi delle stesse.

Tenuto conto della situazione emergenziale, il piano formativo sicurezza dei lavoratori 2020 ha trovato compimento sostanzialmente per tutte le attività che è stato possibile condurre in modalità da remoto. La Società ha ritenuto invece opportuno rinviare al superamento dell’emergenza epidemiologica le attività formative con l’obbligo di un monte ore riservato all’attività pratica, per evitare qualsiasi forma di contatto fra i lavoratori, in considerazione anche del fatto che, pur potendo formare aule con solo personale aziendale, essendo questo proveniente da siti operativi diversi, il rischio di esposizione sarebbe equiparabile a quello di un contesto multiazienda.

476 ORE SOSPESE TEMPORANEAMENTE, PER ALCUNE ATTIVITÀ FORMATIVE DA SVOLGERSI IN PRESENZA.

A partire dal 2019 è stata introdotta una nuova tipologia di corsi di formazione legata alle tematiche di tipo ambientale volta, in particolare, a incrementare la cultura della tutela dell’ambiente, andando ad approfondire i temi della gestione dei rifiuti (speciali e pericolosi) e della raccolta differenziata in tutti gli ambiti di lavoro.

Questa tipologia di formazione ha rappresentato nel 2020 circa il 14% del totale delle ore di formazione somministrata, con un trend in crescita rispetto all’anno di introduzione, dove rappresentava il circa 10% del monte ore.