LE ATTIVITÀ DI RICERCA: L’IMPORTANZA PER ROMAGNA ACQUE
La ricerca è il motore del progresso e dello sviluppo del singolo e della società in generale.
Istruzione e formazione da un lato, ricerca e sviluppo dall’altro sono i fattori che permettono di guardare al futuro, alimentando la crescita.
La ricerca è quindi un investimento importante, dal punto di vista sia culturale che economico.
È infatti un lavoro impegnativo e faticoso, non solo in senso intellettuale, e non interessa solo gli addetti ai lavori ma rappresenta un fondamento della nostra società, anche a livello di quotidiana utilità.
Per questi motivi Romagna Acque ha finanziato dottorati di ricerca e ha siglato convenzioni con alcune prestigiose università italiane.
I DOTTORATI DI RICERCA CON L’UNIVERSITÀ DI BOLOGNA FINANZIATI DA ROMAGNA ACQUE
Approccio chimico e biologico per la valutazione di contaminanti emergenti nelle acque in ingresso, in uscita e in alcuni punti critici della filiera di trattamento dei potabilizzatori di
Romagna Acque.
Il dottorato di ricerca è senz’altro uno degli strumenti principali nelle collaborazioni tra impresa e accademia e rappresenta un elemento chiave per migliorare la capacità di innovazione e la competitività delle imprese, rivestendo una duplice valenza: rafforzamento delle attività di ricerca e sviluppo e percorso formativo di alto profilo per il personale aziendale.
Gli obiettivi di questo recente dottorato di ricerca, avviato a novembre 2022, vanno nella direzione già intrapresa nelle precedenti convenzioni siglate da Romagna Acque con l’Università di Bologna con l’intento di approfondire ulteriormente l’efficienza dei principali impianti di potabilizzazione della Società nell’abbattimento dei cosiddetti interferenti endocrini, con peculiare riferimento a quelle sostanze che risultano particolarmente persistenti e di difficile rimozione, per migliorare ulteriormente, se possibile, la qualità dell’acqua prodotta.
In sintesi, le direttrici della ricerca si focalizzano su:
valutazione della filiera di processo nei tre impianti principali;
estensione della ricerca negli impianti medi della Società, quali quelli dell’area riminese;
estensione mirata della ricerca alle acque di falda o di subalveo.
LE CONVENZIONI SOTTOSCRITTE CON UNIVERSITÀ, FONDAZIONI E ISTITUTI SCIENTIFICI
Un’efficace gestione preventiva richiede una diffusa consapevolezza delle problematiche e dei processi di condivisione per la definizione delle possibili soluzioni, che necessitano in ogni caso di tempi lunghi. Tutto ciò apre prospettive nuove anche per ciò che riguarda possibili opportunità future. In tale contesto, la Società ritiene fondamentale essere sempre in prima linea sia per quanto riguarda gli investimenti necessari all’adeguata gestione della risorsa, sia per quanto riguarda le innovazioni, la ricerca, la conoscenza delle soluzioni teoriche e pratiche emerse dal dibattito accademico e scientifico, giungendo in certi casi all’importante ambizione di proporre soluzioni d’avanguardia utili al proprio territorio.
In questo contesto si sviluppano ogni anno significative collaborazioni con università, fondazioni ed istituti scientifici per importanti attività di ricerca finalizzate a garantire un efficace e attento processo di controllo sia sulla risorsa sia sull’ambiente.
Fondazione Centro Ricerche Marine di Cesenatico
Il monitoraggio dei laghi viene storicamente effettuato utilizzando indicatori fisici (profili di temperatura, pH, conducibilità) e chimici (concentrazione di ossigeno disciolto e delle principali sostanze inquinanti). In particolare, i parametri che consentono di definire lo stato trofico, cioè il livello di trofia (quantità di nutrienti presenti) dell’ecosistema, sono l’azoto e il fosforo. La principale causa della diminuzione del grado di qualità delle acque lacustri è infatti legata all’eutrofizzazione, cioè alla presenza di eccessive quantità di nutrienti che possono dar luogo a fioriture algali abnormi con conseguenze negative per l’intero ecosistema. Per il controllo periodico del grado di eutrofizzazione di un lago si possono effettuare analisi della quantità di clorofilla nelle acque.
La salvaguardia di questo invaso, in particolare, è importante perché da esso dipende buona parte della riserva idropotabile della Romagna.
Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori (IRST)
Nel 2018 è stato firmato un protocollo d’intesa fra Romagna Acque e l’IRST (Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori) per dare vita a uno studio denominato “IDRA – Incidence of cancer Disease in Romagna Related to Aqua”: una ricerca sulla correlazione fra le risorse idropotabili e la pubblica sanità, con particolare interesse agli impatti di tipo oncologico.
Lo studio, con orizzonte temporale di tre anni, si è posto l’obiettivo di valutare l’associazione tra la frequenza di malattie tumorali e la tipologia di acqua per uso umano presente in Romagna.
Si è trattato di uno studio di correlazione ecologica che, in una prima fase, ha valutato il grado di associazione tra la distribuzione geografica a livello comunale (quindi su dati aggregati e non individuali) della frequenza di tumori dell’apparato gastrointestinale (stomaco, colon-retto, fegato) e della vescica e la concentrazione media di nitrati, come risulta dai controlli sulla qualità dell’acqua alle fonti di erogazione di Romagna Acque.
L’ipotesi che l’esposizione ai nitrati sia un fattore di rischio per il cancro dell’apparato gastrointestinale è plausibile ed è confermata da dati sperimentali. L’evidenza epidemiologica di questa associazione, tuttavia, è ancora molto debole per via della concomitante presenza di tali sostanze anche negli insaccati.
La frequenza dei tumori gastrointestinali e della vescica in Romagna è stata analizzata utilizzando i dati di incidenza tumorale del Registro Tumori della Romagna (RTRo) nel periodo 1995-2014. Sono stati calcolati i rapporti standardizzati di incidenza per le sedi di neoplasia in studio. Questa analisi ha confermato la nota variabilità geografica sul territorio romagnolo del tumore dello stomaco.
A seguito dei dati analitici forniti dai laboratori di Hera e di Romagna Acque, grazie agli shape files degli acquedotti romagnoli e ai dati relativi ai volumi per gli anni 2009-2014, è stato possibile calcolare il valore medio pesato per volume del parametro in studio per ciascun comune.
Tecnopolo dell’Università di Rimini
A fine 2019 è stato avviato il rapporto con il Tecnopolo dell’Università di Rimini, con l’obiettivo di applicare la metodologia LCA – Life Cycle Assessment (Valutazione del Ciclo di Vita), in grado di analizzare gli impatti ambientali diretti ed indiretti, sulla base di diversi indicatori e categorie d’impatto. L’applicazione di questa metodologia ha varie finalità. In particolare, serve a valutare le prestazioni ambientali ed energetiche nell’intero ciclo di vita relativamente al servizio idrico fornito nell’attuale scenario produttivo e può indirizzare le scelte strategiche aziendali nell’ottica di mantenere gli elevati standard attuali nell’erogazione del servizio, ottimizzando l’utilizzo delle risorse e dell’energia grazie all’integrazione della variabile ambientale nel processo decisionale.
I RAPPORTI CON UTILITALIA
Utilitalia, la Federazione che riunisce le aziende operanti nei servizi pubblici di acqua, ambiente, energia elettrica e gas, è da sempre impegnata nella promozione di buone pratiche, crescita infrastrutturale, innovazione, ricerca e sviluppo sostenibile, tenendo in considerazione i 17 obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
Da qui, le politiche e le scelte messe in campo per la sostenibilità economica, sociale e ambientale, come per esempio l’impegno verso la decarbonizzazione, la mitigazione delle emissioni climalteranti, le iniziative di adattamento, il contrasto alla povertà e le azioni di inclusione sociale, il contributo allo sviluppo dell’economia circolare, la lotta agli sprechi e la salvaguardia delle risorse idriche.
Tra le associate alla Federazione vi è anche Romagna Acque.
Partecipa così attivamente al lavoro della Federazione che mira a promuovere sempre di più la rendicontazione non finanziaria all’interno del suo sistema associativo, con l’obiettivo di offrire un quadro della responsabilità economica, ambientale e sociale del comparto e misurare il valore aggiunto prodotto.
Nel corso del 2023, in particolare, Romagna Acque ha organizzato nella sede di Utilitalia a Roma una conferenza stampa sul tema degli investimenti idropotabili in Romagna, correlato alla specifica situazione che si era creata nei primi mesi del 2023.
Ad ottobre, poi, in un contesto di crisi aggravato dagli effetti dei cambiamenti climatici, Romagna Acque è stata tra i primi soggetti firmatari del “Patto per l’Acqua” promosso da Utilitalia, un’iniziativa che punta a compiere ogni azione utile a sostegno di politiche nazionali di tutela ambientale e della risorsa, di resilienza delle reti e dei sistemi di approvvigionamento, per garantire ai cittadini universalità e qualità dei servizi offerti e gestioni all’altezza delle future sfide.
IL RAPPORTO CON LE COMUNITÀ LOCALI
Ha sempre cercato quindi di sostenere il miglioramento dei territori in cui sono dislocati gli impianti di derivazione, trattamento e stoccaggio delle risorse idriche, collaborando con le istituzioni e le associazioni locali, ridistribuendo così alle comunità in cui opera una parte del valore aggiunto.
Questo rapporto virtuoso è nato e si è consolidato inizialmente soprattutto nelle aree prossime alla diga di Ridracoli.
Qui la Società si è attivata in molti modi per valorizzare il territorio, a partire dall’istituzione del “Fondo Ristoro Fattori Ambientali”, nel 1988, con il quale la Società (allora ancora Consorzio) destinava una parte delle entrate derivanti dalla vendita di acqua a interventi di valorizzazione e sviluppo sostenibile delle aree interessate (i comuni montani di Santa Sofia, Premilcuore e Bagno di Romagna). Tale accantonamento era sin dall’origine indirizzato allo sviluppo di iniziative e programmi di valorizzazione ambientale, crescita culturale ed equilibrato sviluppo economico e sociale, finalizzati a:
L’importanza della funzione di questo fondo trova indirettamente conferma in numerosi provvedimenti del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare1 e delle autorità preposte alla definizione della tariffa dell’acqua, secondo cui – pur non trovando ancora una concreta applicazione nella prassi – sarebbe opportuno inserire in tariffa una quota da destinare ai pagamenti ecosistemici.
Si intende quindi l’applicazione di un’adeguata politica dei prezzi che tenga conto della copertura dei costi sia di fornitura della risorsa, sia di mantenimento dell’ambiente da cui è prelevata, c.d. costo ambientale2. In questo modo, si avrebbero congiuntamente una maggiore sostenibilità ambientale, economica e sociale e un utilizzo più efficiente della risorsa, con contestuale riduzione della pressione sulla natura.
Con l’applicazione del “pagamento ecosistemico ante-litteram”, Romagna Acque ha anticipato le disposizioni normative attualmente in discussione per pervenire a una copertura dei costi di investimento e di esercizio secondo il principio del recupero dei costi e incentivare così la sostenibilità della propria attività.
La Società, inoltre, ha cercato modi e collaborazioni per valorizzare sempre di più il potenziale di turismo ambientale dell’area della diga di Ridracoli, divenuta nel tempo sempre più attrattiva e visitata da turisti di ogni generazione e provenienza, a cominciare dalle scuole.
Lo stesso tipo di rapporto con i territori di pertinenza si sta sviluppando, in anni recenti, anche nelle altre aree della Romagna dove sono presenti gli altri principali impianti di produzione, coinvolgendo le scuole in visite nelle strutture, promuovendo o aderendo a iniziative varie, pensando a una futura funzione didattica anche per poli come la diga del Conca e l’impianto di potabilizzazione della Standiana a Ravenna.