IL PRESIDIO E LA VIGILANZA
L’ORGANISMO DI VIGILANZA
L’Organismo di Vigilanza (OdV) è uno degli elementi chiave per il funzionamento e l’osservanza del Modello di Organizzazione e Gestione.
È dotato di poteri autonomi di iniziativa e di controllo e ha il compito di vigilare sull’adeguatezza e l’efficacia del Modello, ai sensi del D. Lgs. 231/2001.
All’OdV competono anche alcuni compiti in materia di attuazione e controllo del Codice Etico e del Codice di Comportamento, tra cui:
- verificarne l’applicazione e il rispetto;
- cooperare nelle decisioni riguardanti le violazioni e le eventuali sanzioni;
- monitorare le iniziative volte a diffondere la conoscenza e la comprensione dei Codici;
- garantire lo sviluppo di attività di comunicazione e formazione etica;
- vigilare sulla revisione delle policy e delle procedure aziendali
Nello svolgimento delle proprie funzioni, l’OdV deve implementare un sistema di controlli e verifiche periodiche, anche avvalendosi di terzi, sui flussi informativi e, in generale, su tutte le informazioni di cui viene in possesso a qualsiasi titolo.
IL RESPONSABILE DELLA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E DELLA TRASPARENZA
In base alla Legge n. 190 del 2012, i compiti di predisposizione e verifica dell’attuazione del Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione devono essere affidati a un Responsabile della Prevenzione della Corruzione (RPC). Con il D. Lgs. 25 maggio 2016, n. 97, che ha modificato la Legge 190 del 2012, al RPC è stata assegnata anche la funzione di Responsabile per la Trasparenza. Attualmente, quindi, queste due funzioni sono svolte da un’unica figura denominata Responsabile di Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza (RPCT), i cui ruoli, compiti e responsabilità sono stati definiti principalmente dalla Determina ANAC n. 840 del 2 ottobre 2018.
Compiti del RPCT
l RPCT, oltre a elaborare e aggiornare annualmente il Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza adottato dal Consiglio di Amministrazione, ha i seguenti compiti.
- Verifica degli adempimenti di pubblicazione: controlla che gli obblighi di pubblicazione siano rispettati, garantendo la completezza, la chiarezza e l’aggiornamento delle informazioni.
- Garanzia dell’accesso civico: assicura la corretta attuazione dell’accesso civico, incluso l’accesso civico generalizzato, secondo la normativa e i regolamenti interni.
- Controllo sulle selezioni e sulla formazione del personale: supervisiona le procedure per la selezione e formazione dei dipendenti a rischio di corruzione.
- Valutazione dell’efficacia del Piano: verifica l’efficacia del Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza e propone modifiche in caso di violazioni significative o cambiamenti organizzativi.
- Gestione delle risorse umane e finanziarie: controlla l’idoneità delle modalità di gestione delle risorse per prevenire reati.
- Verifica di inconferibilità e incompatibilità degli incarichi: garantisce il rispetto delle disposizioni su inconferibilità e incompatibilità degli incarichi ai sensi del D. Lgs. 39/2013.
Responsabilità del RPCT
La Legge 190/2012 assegna al RPCT responsabilità significative. L’articolo 1 comma 12 stabilisce che, al verificarsi di un reato di corruzione all’interno dell’amministrazione, il RPCT risponde secondo quanto stabilito dall’art. 21 del D. Lgs. 165/2001 e risponde anche sul piano disciplinare oltre che per il danno erariale e all’immagine della Pubblica Amministrazione, salvo che provi di aver predisposto, prima della commissione del fatto, il Piano e di aver vigilato sul funzionamento e sull’osservanza dello stesso. In caso di ripetute violazioni delle misure di prevenzione, il RPCT risponde per omesso controllo, a meno che dimostri di aver comunicato le misure da adottare e vigilato sull’osservanza del Piano. La violazione delle misure di prevenzione da parte dei dipendenti costituisce illecito disciplinare.
L’ANAC ha fornito ulteriori indicazioni sul ruolo e sui poteri del RPCT per garantire supporto effettivo nella predisposizione e nel controllo delle misure di prevenzione, auspicando un “modello a rete” che permetta al RPCT di esercitare poteri di programmazione, impulso e coordinamento, coinvolgendo e responsabilizzando tutti i soggetti coinvolti.