PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E DELLA TRASPARENZA
La “Legge Anticorruzione” (190/2012) ha portato a una maggiore attenzione verso i fenomeni che il legislatore identifica come a rischio di corruzione. Questa legge ha introdotto un approccio preventivo e di contrasto amministrativo, affiancando al tradizionale metodo repressivo una nuova strategia di prevenzione della corruzione.
Si assiste così all’introduzione di un nuovo “sistema” di contrasto alla corruzione, che sembra appunto partire da una nozione di corruzione amministrativa più ampia di quella penale, la cosiddetta maladministration: a fronte di un mantenimento della definizione penalistica del concetto di corruzione, questo approccio amplia il campo di applicazione della legge, passando dalle condotte individuali a scenari organizzativi più complessi, dove si gestiscono preventivamente il rischio potenziale e i conflitti di interesse apparenti.
In questo contesto, influenzato dal diritto internazionale, è fondamentale dotarsi di regole e misure organizzative, sia procedurali che programmatiche.
Il PTPCT viene elaborato dal Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza insieme agli altri soggetti coinvolti.
Il PTPCT di Romagna Acque è parte integrante del Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo ex D. Lgs 231/2001 e considera i seguenti elementi.
Leggi e normative: normative generali e specifiche che regolano la struttura societaria e l’attività costituente l’oggetto sociale della stessa.
Sistema organizzativo della Società: definizione chiara delle responsabilità e delle linee di dipendenza gerarchica, della contrapposizione di funzioni e della corrispondenza tra le attività svolte e le missioni e responsabilità previste nell’organigramma.
Contesto interno ed esterno: individuazione delle attività a rischio corruzione, con mappatura delle aree di rischio basata sulle caratteristiche della Società (risk assessment) e sulle informazioni riguardanti il territorio d’interesse, di ordine culturale, sociale ed economico.
Protocolli di controllo: procedure formalizzate (anche ai sensi del MOG 231) che regolamentano le attività nelle aree a rischio, considerando le fasi negoziali e di formazione delle decisioni aziendali.
Sistema autorizzativo: poteri autorizzativi e di firma coerenti con le responsabilità organizzative e gestionali, procure rilasciate e deleghe gestionali interne, in linea con l’organigramma aziendale.
Sistema di controllo di gestione: soggetti coinvolti nel processo e capacità del sistema di segnalare tempestivamente situazioni di criticità generale e/o particolare.
Principi etici formalizzati: principi contenuti nel Codice Etico e quindi declinati nel Codice di Comportamento di Romagna Acque.
Sistema disciplinare: meccanismi per sanzionare la violazione dei principi e delle disposizioni volte a prevenire la commissione di reati da parte di dipendenti, dirigenti, Consiglio di Amministrazione, Collegio sindacale e collaboratori esterni.
Comunicazione e formazione del personale: forme di comunicazione interne ed esterne e formazione del personale.
Nei primi mesi del 2023, a seguito del monitoraggio del PTPCT 2022-2024 e degli aggiornamenti normativi, è stata elaborata la proposta di aggiornamento del PTPCT 2023-2025.
Nel corso del 2023, il Consiglio di Amministrazione, con il supporto del Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza (RPCT), ha monitorato l’attuazione delle misure contenute nel PTPCT.
TRASPARENZA E ACCESSIBILITÀ ALLE INFORMAZIONI
Il D. Lgs. 97/2016 ha introdotto importanti novità in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza, con particolare riferimento agli enti di diritto privato controllati e partecipati.
Una delle principali innovazioni è stata l’introduzione dell’accesso generalizzato alle informazioni, che si affianca agli obblighi di pubblicazione già previsti dal D. Lgs. 33/2013.
Questo ha esteso l’ambito di applicazione non solo alle Pubbliche Amministrazioni, ma anche ad altri soggetti sia pubblici che privati.
Nel rispetto delle normative sul segreto d’ufficio e industriale e sulla protezione dei dati personali, la trasparenza contribuisce ad attuare i principi democratici e costituzionali di eguaglianza, imparzialità, buon andamento, responsabilità, efficacia ed efficienza nell’utilizzo delle risorse pubbliche e nella fornitura di servizi pubblici.
Le disposizioni sulla trasparenza aiutano a definire il livello essenziale delle prestazioni erogate dalla Società, contribuendo anche alla prevenzione e al contrasto della corruzione e della cattiva amministrazione, come previsto dall’articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione.
Il sito internet istituzionale: la sezione “Società Trasparente”
La sezione è strutturata secondo le disposizioni in materia contenute nella Delibera ANAC n. 1134/2017.
Per ogni informazione da rendere disponibile sul sito è stato individuato un referente per la messa a disposizione del dato ed è stato inoltre individuato il referente per la pubblicazione dei dati.
La procedura può essere così sintetizzata:
• le informazioni relative agli adempimenti di trasparenza sono trasmesse dai vari responsabili aziendali al responsabile dell’Area Servizi con le modalità, i tempi e i termini previsti, per ogni adempimento, in specifiche schede di lavoro;
• il responsabile dell’Area Servizi provvede tempestivamente alla pubblicazione sul sito istituzionale, anche tramite il supporto di personale interno alla propria area.
I dati, le informazioni e i documenti oggetto di pubblicazione rimangono pubblicati per un periodo di cinque anni, decorrente dall’1 gennaio
dell’anno successivo a quello da cui decorre l’obbligo di pubblicazione e comunque fino a che gli atti pubblicati producono i loro effetti (ad eccezione degli obblighi di pubblicazione concernenti i titolari di incarichi politici, di amministrazione, di direzione o di governo e i titolari di incarichi dirigenziali nonché degli obblighi di pubblicazione concernenti i titolari di incarichi di collaborazione o consulenza, i cui dati devono essere pubblicati entro tre mesi dall’elezione, dalla nomina o dal conferimento dell’incarico e per i tre anni successivi alla cessazione del mandato o dell’incarico dei soggetti). Decorsi tali termini, i relativi dati e documenti sono accessibili ai sensi dell’articolo 5 del D. Lgs. 33/2013.
L’accesso civico
Ai sensi dell’art. 5 del D. Lgs. 33/2013, la Società ha assicurato e assicura l’esercizio del diritto all’accesso civico.
Tale articolo è stato novellato dal D. Lgs. 97/2016 e, con l’entrata in vigore del nuovo istituto, l’accesso civico è stato esteso a tutti i dati e documenti detenuti dalla Società, non solo a quelli oggetto di pubblicazione, come in precedenza.
Le eccezioni a detta regola si sostanziano in ipotesi tassative (art. 5 bis del D. Lgs. 33/2013), collegate al rispetto di interessi “giuridicamente rilevanti” sia pubblici (sicurezza pubblica e nazionale, difesa e questioni militari, relazioni internazionali, politica e stabilità finanziaria ed economica dello Stato, conduzione di indagini sui reati e il loro perseguimento, regolare svolgimento di attività ispettive) che privati (protezione dei dati personali, libertà e segretezza della corrispondenza, interessi economici e commerciali di una persona fisica o giuridica).
La privacy
Un aspetto di rilievo che, se pur indirettamente, incide sulle regole di accesso civico, generalizzato in particolare, è dettato dall’emissione del “Regolamento europeo in materia di protezione dei dati personali” (GDPR – 2016/679), entrato pienamente in vigore il 25 maggio 2018, e della direttiva che regola i trattamenti di dati personali nei settori di prevenzione, contrasto e repressione dei crimini.
Più in generale, nell’ambito delle attività svolte, la Società può venire a conoscenza di dati personali, ovvero informazioni relative a persone fisiche identificate o identificabili, e quindi gestirli. Pertanto in Romagna Acque sono state adottate precise regole procedurali, costantemente aggiornate; in particolare sono stati individuati i soggetti aziendali attivamente coinvolti nella gestione della privacy. Inoltre, alle persone fisiche a cui si riferiscono i dati personali vengono fornite le informazioni relative a ciascun trattamento.
I soggetti terzi che trattano dati personali per conto della Società sono tenuti a sottoscrivere appositi accordi di nomina al responsabile del trattamento, contenenti gli obblighi e le istruzioni che i soggetti terzi si impegnano a rispettare.
La protezione dei dati personali avviene anche attraverso la mappatura dei trattamenti e la valutazione dei rischi ad essi connessi e delle conseguenti misure preventive necessarie per evitare l’accesso non autorizzato, la perdita e la modifica non richiesta di dati personali.
La considerazione che gli atti potenzialmente oggetto di richiesta di pubblicazione o trasmissione possano contenere anche dati personali (sia di cittadini che di funzionari) induce infatti a effettuare valutazioni riguardanti proprio il confronto tra il diritto alla conoscenza del richiedente e il diritto alla protezione dei dati del/dei controinteressato/i, specialmente in occasione di un accesso civico generalizzato.
LA DIRETTIVA UE SUL WHISTLEBLOWING: LE NOVITÀ IN ITALIA NEL 2023
La Direttiva Europea sul whistleblowing (2019/1937), in vigore dal 17 dicembre 2021, introduce nuovi standard di protezione per i “whistleblower” (in italiano “segnalanti”).
Panoramica della Direttiva UE sul whistleblowing
I whistleblower sono essenziali per mantenere una società aperta e trasparente, denunciando atti illeciti e irregolarità. Per garantire una protezione adeguata contro eventuali ritorsioni, il 16 dicembre 2019 è stata pubblicata la Direttiva UE 2019/1937 sul whistleblowing.
Gli obiettivi principali della Direttiva sono:
- rilevare e prevenire comportamenti scorretti e violazioni di leggi e regolamenti;
- migliorare l’applicazione della legge attraverso canali di segnalazione efficaci, affidabili e sicuri, proteggendo i segnalanti da ritorsioni;
- aiutare i whistleblower a denunciare atti illeciti o irregolarità in modo sicuro, anche garantendo la possibilità di segnalare in modo anonimo.
Il recepimento della Direttiva 2019/1937 in Italia
Il 9 marzo 2023, il Consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto Legislativo che attua la Direttiva UE 2019/1937 in materia di whistleblowing. La nuova legge italiana sul whistleblowing (D. Lgs. 24/2023) è entrata ufficialmente in vigore, richiedendo alle aziende pubbliche e private con più di 250 dipendenti di implementare un sistema interno di segnalazione di illeciti.
La protezione dei segnalanti nella Direttiva sul whistleblowing
Il tema centrale della Direttiva è la protezione dei segnalanti.
I punti essenziali sono:
- la protezione non è riservata solo ai dipendenti che effettuano la segnalazione, ma si estende anche a clienti, fornitori, tirocinanti, candidati, ex dipendenti, giornalisti, ecc.;
- le persone coinvolte sono protette da licenziamento, demansionamento e altre forme di discriminazione;
- la protezione si applica alle segnalazioni di illeciti relativi al diritto dell’UE, come frode fiscale, riciclaggio di denaro, reati in materia di appalti pubblici, sicurezza dei prodotti e stradale, protezione dell’ambiente, salute pubblica, tutela dei consumatori e dei dati;
- il segnalante può scegliere se riportare un sospetto all’interno dell’azienda o direttamente all’autorità di vigilanza competente. Se non vi è risposta alla segnalazione, o se il segnalante ritiene che sia nell’interesse pubblico, può rivolgersi ai media. I segnalanti sono protetti in entrambi i casi.
In quest’ottica, Romagna Acque ha aggiornato il proprio regolamento whistleblowing.